Aprile 11, 2022

Integratori proteici e protein spiking: quali rischi si corrono

Tra i capisaldi della nutrizione sportiva, occupano un posto d’eccezione gli integratori proteici in polvere. In Europa, negli ultimi anni, la vendita di questa specifica tipologia di prodotti ha preso il sopravvento. Complice l’interesse da parte di chi intende accrescere e mantenere la propria muscolatura. All’incremento della domanda, però, corrisponde anche un calo drastico della qualità.

Su Internet, in particolare, diversi venditori propongono integratori a basso prezzo, realizzati con tecniche di produzione alquanto discutibili. Come il “protein spiking”, finalizzato a innalzare la quota proteica, risparmiando sui costi.

Protein spiking: come elevare la quota proteica negli integratori

Un metodo ai limiti della regolarità. Il protein spiking consiste nell’aggiungere alla materia prima protidica composti aminoacidici non proteinogenici. La fonte proteica dichiarata, dunque, viene in parte “sostituita” da substrati azotati economici.

Nello specifico, quello che viene chiamato anche “amino spiking” prevede proprio l’innesto di polvere aminoacidica a basso costo, come taurina o glicina, con lo scopo di aumentare i parametri proteici del prodotto finito, fuorviando il consumatore al momento dell’acquisto. Molte aziende tendono a riportare sui propri siti web analisi di laboratorio in grado di mettere in evidenza solo la quota azotata e non la quantità dei singoli aminoacidi. È vero che ogni aminoacido apporta azoto, e quindi i valori relativi ad ogni protide indicano anche quante proteine contiene. Ma è anche vero che questo permette ai produttori di essere poco chiari nell’indicare dosi e ingredienti.

Tra i composti azotati non proteinogenici usati all’interno di integratori scadenti, anche creatina e beta alanina. Quest’ultima è un aminoacido non essenziale, dotato di proprietà antiossidanti, ergogeniche, vasodilatanti, alcalinizzanti muscolari. È capace di migliorare le prestazioni aerobiche e anaerobiche. Ottimizza la resistenza agli sforzi, scongiurando il cedimento dei muscoli. Ma se sommata a integratori proteici, la beta alanina può rivelarsi estremamente “dannosa”: impoverisce la formulazione, disattivandone la funzione “plastica”, di grande supporto alla rigenerazione tissutale.

Lo stesso si può dire del collagene idrolizzato. Alleato di pelle, unghie, capelli e intestino, contribuisce all’integrità e all’elasticità dei tessuti. Ne beneficiano anche articolazioni e cartilagini. Previene, inoltre, la perdita di massa muscolare e ossea, soprattutto in caso di osteoporosi. Ma se inserito in un contesto simile a quello del protein spiking, pare che non abbia alcun effetto sulla sintesi di proteine nei muscoli.

Questa metodologia, in genere, si applica agli integratori in polvere come quelli a base di proteine di siero di latte, a rapido assorbimento. Sono impiegati per l’aumento della muscolatura, per la fase di definizione e quella di recupero

Protein spiking: qualche esempio negli integratori proteici

Relax post workout e shaker proteico

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Su barattoli e confezioni, solitamente, figurano caratteristiche tecniche e componenti degli integratori proteici. Supponiamo che ci sia scritto 30 grammi di proteine e 10 grammi di creatina. Quest’ultimo dato riguardante l’aminoacido, però, non appare nella tabella nutrizionale.

Stando a quanto rilevato, pertanto, è possibile anche che ci siano 22 grammi di proteine mescolati a 10 grammi di creatina, 4 di taurina e 4 di glicina qualora il produttore abbia ricorso, ad esempio, al protein spiking. Occorre, pertanto, leggere sempre l’etichetta prima di acquistare un prodotto, verificando che sia stato riportato dettagliatamente l’elenco degli aminoacidi presenti.

Fattori per riconoscere un integratore proteico di qualità

In fase di scelta degli integratori, bisogna tenere conto di alcune caratteristiche in grado di determinarne la qualità.

  • Innanzitutto, attenzione alle miscele di ingredienti protidici. Può succedere, infatti, che alcuni blend proprietari vengano utilizzati solamente per “mascherare” la reale quantità dei singoli micronutrienti, a maggior ragione se si tratta di principi attivi particolarmente economici e scarsamente efficaci.
  • I parametri di leucina, tra le whey protein più impiegate, dovrebbero essere pari ai 2,5 grammi su 25 di polvere. Se, però, questo rapporto è inferiore al 10%, ci si ritrova davanti a integratori di dubbia provenienza.
  • Nel caso delle proteine di siero di latte, almeno il 25% dev’essere costituito da aminoacidi ramificati, i cosiddetti BCAA, in modo tale che su 25 grammi se ne assimilino almeno 6,25 grammi.
  • Il prezzo per dose dichiarata di proteine è spiccatamente inferiore alla media. Quindi, se un prodotto costa, mediamente, 50 euro al kg, non ci si può aspettare di trovarlo a molto meno altrove. Il web, in tal senso, è una selva oscura, perché spesso prevede forbici di costo troppo ampie, che neanche l’ingente volume di produzione è in grado di giustificare.

Come capire se un integratore proteico è scadente

Oltre al valore biologico, riportato sulla tabella nutrizionale, insieme allo spettro aminoacidico, per capire se un integratore proteico è affidabile o meno, tocca verificare anche i quantitativi di taurina, glicina e alanina al di fuori della norma. Non solo. Tra le sostanze che possono intaccare la qualità del prodotto, ci sono

  • i composti glucidici, tra tutti le maltodestrine, lo sciroppo di fruttosio e il destrosio. Si aggiungono per migliorare il gusto della miscela, riducendone l’amarezza, provocata da aromi o edulcoranti scadenti;
  • il sodio, minerale che, se in dosi eccessive, può provocare ritenzione idrica e ipertensione;
  • gli additivi alimentari, che appesantiscono il nostro sistema digerente. Se in quantità elevate, e se usati come “coprenti”, possono causare dolori addominali e diarrea.

In sintesi

Il protein spiking è un escamotage a cui ricorrono i produttori con lo scopo di diminuire i costi di produzione, pur mantenendo alta la quota proteica.

Per individuare un buon prodotto, dunque, soprattutto quando ci si imbatte in negozi online, è doveroso osservare eventuali sigilli di certificazione; le informazioni nutrizionali relative a micro e macronutrienti per 100 grammi di dose giornaliera indicata; le finalità della formulazione in ambito sportivo; possibili gusti, dimensioni; come viene presentato l’articolo (immagini, descrizioni dettagliate); aminogramma completo e ingredienti addizionali.

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